venerdì 2 luglio 2010

Ragtime: un Doctorow ingiustamente dimenticato


Ecco un altro pezzo di grande letteratura fuori catalogo. Fatto curioso, non è neppure considerato al livello che gli spetterebbe, infatti è molto frequente vederlo sulle bancarelle a prezzi stracciati proprio perché non sembra neppure essere molto apprezzato dai lettori. Ma è un errore: secondo me si tratta di un gran bel romanzo, uno di quelli che non ti fanno rimpiangere i grandi scrittori americani del passato, che ti fanno pensare che oltreoceano esistono ancora grandi penne al contrario dell'Europa, in particolare l'Italia, che tranne rari casi è ferma come quelle afose giornate di luglio dove tutto è immobile e non soffia la minima brezza.
Ma torniamo a Ragtime. Un romanzo storico, epico, che vede protagonista una ricca famiglia bianca all'alba della Prima Guerra Mondiale, pieno di colpi di scena, amori drammatici, fughe senza mai cadere nel facile tranello del feuilletton per tenere il lettore incollato alle pagine. E si racconta un'America tragica, piena di contraddizioni e povertà, la vera protagonista del libro,e proprio il Ragtime la rappresenta ed è la sua colonna sonora, una musica trascinante, orecchiabile e sincopata, che rompe le concezioni del tempo classico nella musica.
E' molto simile per certi versi al Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist, altro piccolo capolavoro, del quale Doctorow fu accusato di plagio. Ma quale scrittore, artista, cantante non è stato influenzato dalle sue letture nella composizione delle proprie opere senza per questo rinunciare a creare uno stile personale? Leggetelo...e fatemi sapere...

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